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Autore Il fantasma della libertà di L. Bunuel
oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 29-06-2011 16:57  
Parte tutto da un’opera famosissima di Goya: Le fucilazioni del 3 maggio. E tutto finisce nell’irrazionalità animalesca di uno struzzo. E’ un po’ come se ci trovassimo sulle montagne russe del progresso, una giostra borghese occidentale, dove il quadro del pittore spagnolo rappresenta il punto apicale, la vetta, la cima artistica dell’evoluzione della ragione umana. Il punto, invece, più basso diventa la illogicità bestiale del più grande tra gli uccelli viventi (con lo stesso grido iniziale di “abbasso la libertà”). Nel mezzo, una discesa, folle, negli inferi di una convenzionalità formale assolutamente alienata e delirante. Tutto è descritto con un susseguirsi di episodi grotteschi, strampalati; storielle che demoliscono, uno ad uno, i topoi della società borghese, imbalsamata in una ritualità costruita per addomesticare, se non sopprimere, l’istinto più genuino e, se vogliamo, artistico: si parte da Goya e si deve arrivare allo struzzo.
Ma il fantasma della libertà appare costantemente: con mille forme e innumerevoli volti. Memorabili risultano alcune sequenze, come quella dei frati che, dopo un rosario recitato in gruppo, si lanciano in una partita a poker tra alcol, tabacco e venere, con le fiches sostituite da tanti santini (mercimonio religioso?). Indimenticabile, alla pari, c’è la cena-defecazione, dove l’inversione dei canoni sociali è esilarante, visto che un gruppo di persone benestanti si riunisce a tavola, ma le sedie sono vere e proprie tazze (come vaso del water closet) e il rito canonico diventa, così, una defecazione di gruppo. Mangiare? “Non si dicono certe cose a tavola”, viene così redarguita una bambina; mentre un ospite si ritira, in sala pranzo, per consumare, in assoluta riservatezza, il suo sporco ed immorale pasto.
Il passaggio tra realtà e fantasia è confuso, ribaltato, indecifrabile; tanto che gli interpreti di quel conformismo involontariamente masochistico diventano invisibili ai loro stessi pari(a). La vitalità che regredisce, come una candela che si spegne da sola, costretta in un ambiente saturo di anidride carbonica, ma che vive di (ultimi?) sussulti. Come una piccola, ma continua scossa di un elettroencefalogramma piatto, così il fantasma della libertà si manifesta ad ignari borghesi, prigionieri di un conformismo balzano.
Uno dei migliori film dell’autore spagnolo e maledettamente attuale.

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Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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